Trovarsi nell’angolo

“Un Coach, un amico, tutti possono dare una mano.

La chiave, in realtà, è portare alla superficie quello che la persona che si trova nell’angolo intimamente sa, ma che ha difficoltà a riconoscere.

Dunque, chiunque sia in grado di far sentire una persona bloccata abbastanza sicura da poter esplorare le proprie vulnerabilità è l’alleato più prezioso su cui contare”.

Nancy Hawley

Può sembrare controintuitivo, ma sentirsi bloccati nella vita è un’opportunità. “Perché se riconosciamo di trovarci con le spalle al muro, abbiamo la possibilità di fare una scelta: accettare la situazione o agire per migliorare le cose”, spiega Nancy Hawley, vice presidente e general manager di Unstuck, il virtual coach nato dall’esperienza di SYPartners, società di consulenza americana specializzata in pratiche per il cambiamento. Lanciata come un app nel 2012, Unstuck aiuta a identificare le ragioni per cui ci si sente bloccati e i modelli di comportamento comunemente associati a questa situazione. “Nella maggior parte dei casi, siamo paralizzati dalla paura di quello che non conosciamo, dalla difficoltà di accettare un cambiamento o dalla preoccupazione di fare degli errori”, prosegue l’esperta che propone dieci idee per trasformare i momenti “no” in un preludio a novità positive.

1) PRENDETE ATTO Il primo passo è riconoscere di essere bloccati. “Siamo disegnati per non pensare al fatto che siamo con le spalle al muro, perché quando ci accorgiamo che c’è qualcosa che non va, sappiamo di dover intervenire. Ma la verità è che questo ci mette davanti alla necessità di confrontarci con le nostre imperfezioni”. Capita, dunque, che per non dover fare i conti con questa ipotesi, preferiamo perderci in distrazioni o in sogni a occhi aperti. “Nelle scienze cognitive e comportamentali, quest’attitudine si chiama “effetto default”: le persone scelgono di non agire e di accettare la situazione”. Prendere atto della realtà anche a costo di ridiscutere quello che si pensa di se stessi, invece, è un formidabile trampolino. “È partendo da qui che possiamo iniziare a cambiare le nostre azioni e le nostre reazioni nella vita”.

2) SIATE SPECIFICI I modi per sentirsi bloccati sono tanti quante le situazioni della vita, ma la radice del problema ha meno a che fare con la situazione contingente e più con il nostro modo di essere. “Per esempio, la mancanza di uno scopo o di significato ci fanno sentire demotivati e, dunque, bloccati. Anche la curiosità, che generalmente è considerata un tratto positivo, ha delle ombre, perché ci distrae in continuazione, impedendoci di focalizzarci sui nostri obiettivi”, fa notare l’esperta. Fra gli altri modi di sentirsi nell’angolo identificati da Unstuck ci sono perdersi nei dettagli di un piano, non desiderare veramente un cambiamento, avere perso l’ispirazione. “Capire esattamente in modo si è bloccati è determinante per poter implementare la strategia giusta”, prosegue Hawley.

3) CAMBIATE PROSPETTIVA Una chiave per dare una svolta alla propria situazione è cambiare la prospettiva con cui si guarda al fatto di sentirsi bloccati. “Fatevi delle domande ed esplorate diverse ipotesi, tipo: come si inserisce questa situazione in una prospettiva allargata? Le cose che credo sono vere? Quali sono la cosa più pazza e la cosa più conservatrice che potrei fare in questo momento?”, propone Hawley. Utilizzare delle domande che permettono di allargare lo sguardo ha anche il vantaggio di contrastare la tendenza alla fissità che si manifesta nei casi in cui ci si sente con le spalle al muro e aiuta ad alleggerire le cose. Pensare a un problema in maniera costante e a senso unico, infatti, fa vedere tutto più nero di quanto sia in realtà.

4) RICONSIDERATE LA NARRAZIONE Una fra le strategie più comuni che le persone mettono in atto per evitare di riflettere su alcuni aspetti della loro esistenza è deviare l’attenzione. “Ci diamo spiegazioni sul perché una cosa o l’altra non avvengano o non funzionino e più lo ripetiamo, più ci troviamo bloccati”, osserva Hawley che, a questo proposito, suggerisce di cambiare il modo in cui inquadriamo la nostra esistenza. “Non sto invitando a cambiare il passato, ma analizzarlo attraverso una lente più positiva, con se stessi come protagonisti e non come vittime di una situazione in cui non abbiamo potuto fare nulla”.

5) ACCENDETE L’INTUIZIONE Per uscire da un modo di pensare consolidato, ci sono cose anche molto semplici e quotidiane che si possono fare: “Camminare, per esempio, perché stimola il pensiero creativo. Lo certifica anche uno studio della Stanford University”, aggiunge Hawley. I ricercatori, infatti, hanno scoperto che l’atto del camminare ha un effetto positivo sulla creatività. Addirittura, le persone che camminano dimostrano livelli più elevati di creatività che si manifestano più spesso nella loro vita, rispetto a chi ha uno stile di vita sedentario. Ma non è tutto: “Anche praticare la gratitudine aiuta, perché contribuisce a costruire autocontrollo. E poi, ancora: sviluppare una mentalità di crescita e meditare regolarmente sono altre azioni che hanno riverberi positivi sull’intuizione”.

6) PARTIRE DALLA ROUTINE “Quando si tratta di passare all’azione, bisognerebbe dividere il proprio piano in piccoli passi, per evitare di sentirsi sopraffatti”, suggerisco l’esperta. Questa strategia ha il vantaggio di generare un circolo virtuoso: “I fatto di portare a termine un obiettivo che ci eravamo prefissi ci solleva innanzitutto dalla cupezza in cui si trova chi si sente con le spalle al muro. E poi, è uno stimolo a continuare nella medesima direzione”. Agire nella propria quotidianità non offre solamente vantaggi tattici, ma anche strategici: “Possiamo lavorare per uscire dall’angolo in relazione a specifici problemi, ma anche trasformare il nostro modo di vivere per un’esistenza più ricca e significativa. In altre parole, aspirare a trasformare quello che c’è di buono in qualcosa di migliore”.

7) EVITARE I CONFRONTI Per quanto sia naturale misurare la propria esistenza in rapporto a quella di altre persone, bisognerebbe evitare di farlo soprattutto quando ci si sente bloccati. Quando le persone si perdono in questo tipo di riflessioni, infatti, sono convinte di essere oggettive, ma la verità è che succede esattamente l’opposto, perché i parametri che utilizziamo nel mettere a confronto le situazioni sono superficiali e ingiusti. Infatti, di solito si rapportano le proprie debolezze con i successi di altre persone.

8 MANTENERE ALTA LA MOTIVAZIONE La motivazione va e viene, anche quando vogliamo intensamente qualcosa. Durante i periodi di bassa motivazione, sapere cosa ci motiva è particolarmente importante, perché ci permette di adattarci alle circostanze. È vero che esistono “motivatori intrinseci”, come il denaro, la voglia di imparare, il fatto di venir riconosciuti o di dare una mano agli altri, ma nell’equazione vanno considerate anche variabili come la grinta, cioè la consapevolezza granitica che qualsiasi cosa si decida di fare, si avrà successo. “Sempre a proposito di motivazione, la gratificazione di affrontare le circostanze nel presente sapendo che premieranno in futuro aiuta, ma lo stesso vale per una mentalità orientata alla crescita che fa aggiustamenti lungo il percorso”, commenta l’esperta che nel conto delle fonti di motivazione aggiunge anche la consapevolezza che si sta investendo nel propio futuro e la gratitudine: “Perché contribuisce costruire il self-control”.

9) RESISTETE ALLE TENTAZIONI Un’azione controproducente per chi vuole rilanciare la propria vita è biasimare gli altri per la situazione in cui ci si trova. “È importantissimo, invece, essere consapevoli del fatto che quello che ci blocca è quello che facciamo, pensiamo, crediamo”, avverte Hawley. L’atto di puntare il dito verso un’altra persona, in particolare, dà la sensazione di aver fatto qualcosa per cercare di risolvere la propria condizione, mentre è vero esattamente il contrario.

10) COMUNICATE Alla voce comunicazione, non c’è un’unica regola. “Alcune persone si sentono meglio a condividere il proprio stato d’animo con gli altri, mentre per altre vale l’opposto”, riflette Hawley. Dire le cose ad alta voce o scriverle, infatti aiuta a chiarire i pensieri e, in certi casi, questo è già sufficiente. “Sapere di avere il supporto e la comprensione di un’altra persona può aiutare a trovare la motivazione e a portare avanti un piano d’azione”, precisa l’esperta. Ma a chi si deve rivolgere quando ci si sente bloccati?

Tutti possono dare una mano. La chiave, in realtà, è portare alla superficie quello che la persona che si trova nell’angolo intimamente sa, ma che ha difficoltà a riconoscere. Dunque, chiunque sia in grado di far sentire una persona bloccata abbastanza sicura da poter esplorare le proprie vulnerabilità è l’alleato più prezioso su cui contare.

DONNE/repubblica.it

from Patrizia Vaier Life Style https://ift.tt/2KYxe3b
via IFTTT