Riflessione sulla scia del terrore

Stamani, con il desiderio di condividere con voi l’accaduto d’ieri, vi offro quanto segue:

Riflessione sulla scia del terrore

Ieri 14 Luglio, ricorreva il 227° anniversario di un avvenimento che ha segnato in profondità il corso della storia d’Occidente: la presa della Bastiglia a Parigi. Questo è stato l’inizio della rivoluzione francese, che avviò una riforma statuale e socio politica senza precedenti. La presa della Bastiglia fu un atto di ribellione alla iniquità della struttura socio politica esistente, teso a profondamente riformare il vecchio regime monarchico-aristocratico e clericale. Il moto rivoluzionario francese non era alimentato principalmente dallo scopo di ottenere un maggior potere politico della emergente classe borghese e imprenditoriale o, come era accaduto pochi anni prima nelle ex colonie britanniche del nord America, richiedere l’indipendenza dalla madrepatria per costituire gli Stati Uniti d’America, bensì da una forte componente d’ideali diffusi dall’Illuminismo, che in Francia aveva avuto molti tra i suoi più celebri filosofi. Presto però i leader della rivoluzione francese si rivelarono dominati da un idealismo immaturo, che degenerò in una violenza diffusa, spargendo un fiume di sangue.
Intendo commemorare questo accadimento storico non come un trionfo dell’umanità, ma come spunto di riflessione sugli errori e orrori in cui la natura umana spesso precipita quando viene travolta da esaltanti passioni egoiche.

Durante i primi anni successivi alla rivoluzione francese, nella Prussia di allora, il grande filosofo Hegel usava brindare con champagne nella ricorrenza della presa della Bastiglia perché il moto proveniente dalla Francia era anche una scrollata ai regimi politici di tutti i regni europei, una possente alternativa all’immobilità del sistema monarchico di tutti i regni di allora. Questa la ragione perché ogni anno era per Hegel occasione di brindisi tale ricorrenza. In seguito, mentre gli eserciti della rivoluzione francese invasero l’area germanica, al tempo sotto il dominio del regno di Prussia, giungendo sino a Jena, agli occhi di Hegel vi era un uomo che salvava i valori illuministici in cui egli credeva, descrivendolo come “Lo spirito del mondo, a cavallo”; celebrava con queste parole scritte ad un amico Napoleone Bonaparte, in cui riponeva le speranze di cambiamento socio politico della Prussia e dell’Europa ad opera di un uomo inviato dalla provvidenza. Ben presto, quando a partire dal 1792 la rivoluzione francese entra in quella fase storicamente definita “terrore”, anche Hegel si pentì di essere stato un fervente sostenitore  di quella rivoluzione.
Gli storici ci raccontano come gli accadimenti siano costituiti da una concatenazione di fatti che contribuiscono a renderla così come la possiamo vedere con gli occhi degli spettatori. La rivoluzione aveva lasciato una scia di sangue, di vendette, di ingiustizie… E rifondato la visione socio economica degli Stati europei.
Fin dalla presa della Bastiglia il clima politico fu dominato da uno stato di esaltazione euforica, mista a vendetta, cui anche i leader non ne furono immuni. Robespierre, benché fosse poco tempo prima giunto a Parigi con il nobile intento di abolire la pena di morte, ne divenne poi uno dei più intransigenti sostenitori. Era chiamato l’incorruttibile ma, travolto dalle circostanze, si rivelò gelido e spietato. Insieme a Danton e Marat, è stato uno dei tre leader storici della Rivoluzione Francese che, come molti altri, perì violentemente, così come loro stessi avevano provocato la morte violenta dei loro avversari politici. Dante avrebbe descritto la dinamica della loro fine con la legge del contrappasso: la legge del karma.
Il potere esalta, euforizza, energizza, per poi distruggere. Il potere, soprattutto quando è assoluto, con giurisdizione di vita e di morte sulle persone, può rappresentare un grande pericolo, e di fatto esserlo quando si trova in mano a persone dominate da passioni egoiche. Il potere, l’esercizio del potere, non può essere eliminato dalla vita sociale. Possiamo solo auspicare che sia affidato a persone che oltre ad una lucida intelligenza e ferrea volontà siano dotate di un autentico spirito di fratellanza, di compassione, di autentica saggezza e amore per Dio, per il creato e per tutte le creature.
In nome dell’idealismo, al grido di “Egalité, Fraternité, Liberté”, in realtà, la violenza del potere politico in Francia fu devastante. Ebbre le folle esultavano euforiche, mentre quella immatura idealità inondava le strade di Parigi e di altre città con fiumi di sangue, seminando terrore, orrore, odio e ingiustizia. In questo stesso fiume di sangue affogarono anche gli ideali della rivoluzione francese con molti dei suoi leader più importanti. Ma i valori veramente ideali, cioè quelli di carattere universale, sopravvissero. Infatti, ancora oggi aspiriamo agli ideali di libertà fraternità e uguaglianza.

L’eterna saggezza della Bhagavad-gita e la vita di tutti giorni ci insegnano che le nostre scelte individuali sono all’origine delle differenze delle nostre posizioni sociali, personalità individuali, aspirazioni, stili di vita e delle conseguenti relazioni,  con noi stessi e con gli altri. Per I motivi suddetti, l’uguaglianza non é possibile imporla per legge. Nessun regime politico, religioso o militare potrebbe ottenere una cosiddetta uguaglianza degli individui sul piano delle condizioni materiali, neppure ricorrendo al terrore.
J.J. Rousseau e molti altri intellettuali illuministi avevano contribuito a ispirare i valori della rivoluzione, ma da quanto accaduto dobbiamo apprendere che anche gli ideali, per quanto alti se mal gestiti, possano assumere forme di esaltazione e di estremismo distruttivi. Non basta adottare un abito o raffinare il linguaggio, è necessario essere aderenti agli ideali di compassione e di misericordia e applicarli in modo coerente e costante al servizio di Dio e di tutte le creature.
Come ben ci descrive Shakespeare nelle sue opere, il potere diviene un acido corrosivo Che consuma anzitutto che lo detiene. Se chi lo esercita non é temprato dalla disciplina della pietà, dall’agire ponendosi al servizio di tutte le creature e di Dio, dalla pratica spirituale costante (abhyasa) e dal distacco emotivo equilibrato (vairagya) subisce in prima persona le disastrose conseguenze. Solo con la continuità della pratica spirituale e il distacco da ciò che accade intorno a noi, possiamo seguire e vivere gli ideali evolutivi in stretta e gioiosa coerenza. La coerenza al fine spirituale da raggiungere è il significato di “tapas”, l’accettazione volontaria di disagi in vista dell’ottenimento di un bene di ordine superiore.
Ascoltando le narrazioni del Mahabharata, gli insegnamenti della Bhagavad-gita e studiando la vita è la Storia in generale, ci possiamo rendere conto di quante persone appartenenti a tutti i comparti sociali commettano errori gravi, che sono poi causa della loro devianza, degrado e sofferenza. Infatti, quando si esaurisce il tendere idealmente al divino, gli esseri umani assomigliano sempre più agli animali, talvolta superandoli in crudeltà e organizzata violenza. Questo è ciò che accadde al gruppo dirigente della rivoluzione francese. Per cui anche “l’incorruttibile” Robespierre, dimenticandosi che era venuto a Parigi per perorare la causa della eliminazione della pena di morte, prese a far decapitare tutti gli avversari politici della rivoluzione.
Dalle riflessioni sul terrore in cui era sfociata la rivoluzione francese al terrore dei fatti di ieri, sorge in me il desiderio di condividere con voi l’importanza e il valore della compassione, della tolleranza e del riconoscimento dell’altro, anche quando pensa in maniera diversa da noi.
Con il rischio di apparire ingenuo, sostengo fermamente che il dialogo fondato sull’amore è l’unica soluzione al terribile quanto rapido concatenarsi di azioni violente: bombardamenti indiscriminati di città e villaggi, invasioni di nazioni, disperati quanto esaltati atti di terrorismo sono generalmente biasimate da tutte le persone di buon senso, ma io vi esorto ad includere nella lista degli atti di violenza anche gli allevamenti intensivi e lo sterminio di animali indifesi.
Come l’invidia attrae l’invidia, come l’avidità genera l’avidità, la violenza innesca altre forme di violenza. La rivoluzione francese è il simbolo di un ideale che è andato rapidamente corrompendosi, generando ferocia, sete di potere, rancori e vendette infinite.
La pietà, karuna, è una tra le virtù umane più grandi e più urgenti da sviluppare e lo studio attento delle 26 qualità del ricercatore spirituale, contribuirebbe efficacemente allo sviluppo del senso della misura in ambito di relazioni umane e spirituali con tutte le creature della terra e il pianeta Terra stesso.
Evidentemente, nei leader storici della rivoluzione francese e nel cuore dei mandanti degli esecutori degli atti terroristici d’ieri tale qualità sembra sia stata e sia vistosamente assente.

Bhagavad-gita II,50: La persona impegnata nel servizio devozionale a Dio si libera dalle conseguenze buone o cattive delle proprie azioni in questa vita stessa. Cerca dunque di apprendere lo Yoga, che è l’arte di agire.

La Tradizione dello Yoga dell’Amore e della conoscenza (Bhakti-Vedanta)) ci insegna che il successo spirituale dipende dagli ideali che coltiviamo e che riusciamo a calare nella vita quotidiana con una pratica spirituale costante e con un distacco emotivo equilibrato da tutto ciò che è impermanente: da qui  la scelta delle compagnie che frequentiamo e dagli ideali che coltiviamo. Così, anche se qualche volta capitasse di scivolare lungo il cammino verso la perfezione, mantenendo viva e accesa la fiamma della consapevolezza spirituale e della devozione a Dio é possibile rialzarsi e proseguire. A tal fine, l’orientamento e il sostegno di una guida spirituale autentica sono d’immenso beneficio.
Ecco che anche il ricordo di accadimenti storici o di attualità possono essere spunto di riflessione per divenire consapevoli e correggere i nostri errori, migliorando la qualità della vita nostra e altrui, liberi dai condizionamenti e arricchiti dalla conoscenza delle tragedie della Storia passata e presente.

Cari amiche e amici, chi lo desidera può commentare quanto ho scritto o pormi domande, cui cercherò rispondere.

Marco Ferrini

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