Recensioni

October 16, 2011

Diviana

Ciao carissimo Renzo,
qualche giorno fa ho cominciato a leggere il tuo libro e l’ho letto tutto d’un fiato, come si suol dire. 
Ti ringrazio per averlo scritto e per tutto cio’ che hai fatto fin’ora nel campo dell’evoluzione umana. Abbiamo fatto tanti percorsi paralleli in mondi geograficamente diversi ma molto simili sotto altri aspetti. 

Ancora BRAVISSIMO!!!!! Keep up the good work!!!!! 
A presto! Diviana

Diviana Ingravallo Renzo!!! Ho cominciato a leggere il tuo libro, e’ BELLISSIMO!!! Grazie per averlo scritto. Ti scriverò più a lungo quando mi risveglio da questo fuso orario. Ciao!
September 17, 2011

lo scrittore Francesco Sansone parla di “Stefania, Viaggio in India: l’Antica Profezia”, di Renzo Samaritani, Edizioni “il Campano”, Pisa, 2011 ISBN 978-886528066-9

Sono contento di poter tornare a parlare di uno scrittore che giù conoscete. Questo primo fine settimana è, infatti, uno di quei week end monotematici ed è dedicato aRenzo Samaritani e al nuovo libro Stefania, Viaggio in India: l’Antica Profezia.  
Oggi vi presento il suo romanzo, mentre domani potrete leggere l’intervista esclusiva allo scrittore che ci parlerà della sua ultima fatica editoriale e di molto altro ancora.
Non resta che salutarvi, augurando un buon Sabato a tutti voi e darvi appuntamento a domani.
Francesco Sansone
Titolo: 
Stefania, Viaggio in India: l’Antica Profezia
Autore: 
Renzo Samaritani
Casa Editrice: 
 Il Campano
Sinossi dell’opera

L’amica della porta accanto fragile ma forte alla ricerca dell’Amore, Bellezza interiore e quant’altro le riserveranno la vita e un viaggio in India. Stefania attraverso quest’ultimo esplorerà costumi, usi, tradizioni e le diverse Religioni che convivono con annesse Divinità, asceti e celebrazioni. Infine conoscerà l’Essenza. Sarà come ritirarsi in un bellissimo ed incontaminato scorcio della Natura, dove non si trova niente e nessuno se non l’Incontro e la comunione profonda con il proprio Io.
Ne parlo perché…

Torna Stefania, uno dei personaggi che qualche mese fa mi ha affascinato, incantato ed emozionato, per continuare il viaggio alla riscoperta di se stessa e di nuove fasi della sua vita. Torna da dove mi aveva salutato. Torna Stefania senza  Stefano, per il quale non c’è più spazio, in un nuovo viaggio, in compagnia del suo José in quella India che già in passato l’aveva saputa ospitare amorevolmente e le aveva saputo insegnare tanto e che, adesso, è pronta a riabbracciarla.
Con Stefania ritroviamo anche personaggi del suo passato, seppur sotto nuove identità, ad arricchire questo viaggio in India pieno di misteri,  di sconcertanti scoperte  e di paure.
Una scrittura semplice, che cattura il lettore, per una storia tutta italiana che ha non ha niente da invidiare  a nessuno. Un romanzo che mostra come il cambio di sesso è solo un processo necessario per poter vivere una vita serena e normale e non necessariamente qualcosa legato alla prostituzione, all’esibizionismo o ad altro ancora a cui qualcuno ci ha voluto abituare in questi ultimi anni.
L’autore
Ecco tutti i link utili per seguire Renzo Samaritani sul web
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link diretto:
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August 21, 2011

recensione Rossella “Un uomo di nome Stefania” di Renzo Samaritani, Boopen Editore 2010

Vale veramente la pena di leggere questo libro, scritto in modo semplice e comprensibile a tutti. Stefania,
l’amica della porta accanto fragile e nello stesso tempo forte alla ricerca di qualcosa che sono sicura riuscirà a trovare, come l’amore, l’amicizia, la bellezza interiore nelle persone e chissà quant’altro di bello le riserverà la vita e i suoi prossimi viaggi. Ti aspettiamo Stefania per continuare il viaggio insieme a te. Quando si parte? Auguri cosmici a Renzo Samaritani
Rossella Deliso

Inviato da iPad
April 22, 2011

Laura

Alyu
…questo primo libro mi è piaciuto moltissimo infatti, un po’ appunto come ti dicevo per motivi estetici e per la sensibilità che hai nel raccontare, davvero una qualità rara- adesso la maggior parte degli scrittori butta giù parole in modo così rozzo…tu hai classe invece, e delicatezza e senso della narrazione- per questo nella prima mail ti dissi che tu saresti uno di quei narratori che starei ad ascoltare a bocca aperta per ore…secondariamente perchè Parama, che ha decisamente un intuito tremendo, me l’ha regalato in un momento molto delicato e quindi, anche a livello personale, mi ha “sconvolto”…mi ha fatto un “effetto catarsi” terribile, piacevole e allo stesso tempo un po’ spaventoso…
Hai una dote bellissima, quella che io chiamo la capacità dei veri scrittori di far vivere altre vite ai loro lettori, ampliando la loro stessa vita ad esperienze che forse non vivranno mai realmente, ma è come se…è coraggiosa la scelta dello stile autobiografico, serve ancora di più questa funzione, ma immagino che non sia stato un percorso semplice…
ti ringrazio per averlo scritto e avermi arricchito in tal modo!

Laura
March 31, 2011

Lydia ha commentato

Grazie Lydia, sei molto cara.
Presto uscirà il seguito.
Buona giornata e un abbraccio a Te,
R
Lydia Miszkiewicz
Lydia ha scritto: “Ciao Renzo, ho appena finito di leggere il tuo libro. Bello! Mi è piaciuto molto come scrivi. Sei chiaro, deciso, la lettura è scorrevole. La vita di Stefania è molto interessante. Ho anche letto, tra le righe, la tua passione per il buon cibo. Un abbraccio” Lydia http://goo.gl/TZaIO
March 30, 2011

BlogTaormina » “Un uomo di nome Stefania” di Renzo Samaritani

Il romanzo, in parte autobiografico, com’è facile intuire dal titolo in copertina, ha come tema di fondo l’omosessualità. Tuttavia, avrei evitato molto volentieri di porre l’accento, se pur genericamente, sull’argomento. Altri, al mio posto, avrebbero detto: “solleva il problema della omosessualità”. E’ a tal proposito che vorrei soffermarmi sul vero problema che è e sarà sempre il “luogo comune”. Ritengo che il diletta-pensiero non abbia, infondo, tutta la rilevanza che si vuol dare a credere tuttavia, dovendo recensire il libro, mi trovo costretta a chiarire le ragioni del mio fare che, apparentemente, potrà sembrare freddo e distaccato. Sono fermamente convinta che l’omosessualità non sia un problema men che meno un problema sociale. E’ il “non pensiero” attraverso il quale, nella maggior parte dei casi, si tenta ripetutamente di persuadere l’opinione pubblica. Ritengo che la vita sessuale di ognuno di noi debba essere una condizione “strettamente intima e personale”. Sostanzialmente, sono contraria ai “senza se e senza ma” per il semplice fatto che rappresentano solo una condizione di assoluta cecità. Ciò nonostante, circa l’idea di “ghettizzazioni concettuali” rivola all’omosessualità, (come all’eterosessualità, uomini-donne, maschi-femmine, maschilismo-femminismo) non esiste facoltà di scelta. Essenzialmente, rifiuto qualsiasi principio di “mondo” e “universo” femminile, maschile, eterosessuale e omosessuale. Vorrei che fosse chiaro che laddove esiste il concetto di “mondo”, come in questo caso, esiterà sempre il seme marcio della “contrapposizione” e quindi del “conflitto”. E’ la sconfitta delle “IDEE”. La sconfitta del pensiero. Il “non senso”. Aborro l’idea del mondo gay, negozi di abiti per gay, accessori per gay, discoteche gay, musica gay, ma la PERVERSIONE che più di ogni cosa mi disgusta è l’idea della “letteratura gay”. Un tributo alla cultura! Per quanto mi riguarda credo che, con questo, l’editoria abbia toccato il fondo. L’idea del “mondo gay”, come pure un semplice “gay pride”, servono esclusivamente al business. Il “gay pride” è manna per gli esercizi commerciali, negozi, ristoranti, alberghi, hotel, editoria, programmi televisivi e, non per ultimo, le associazioni (che ogni anno impinguano le proprie casse attraverso iscrizioni e donazioni). Tuttavia, il Nobel dell’avvilimento e della vergogna va alla politica. Il fantomatico e ignaro “esercito di gay”, serve solo ad ingrassare il business mentre ingrossa le fila della politica; ora da una parte ora dall’altra. Detto questo, e attirata su di me l’ira funesta dei “parassiti” o degli sprovveduti convinti che l’orgoglio sia una sorta di “appannaggio gay”, passiamo al racconto.
Perché vale la pena leggere il libro di Renzo?
Perché è un bel racconto e parla della vita di una Persona. La gradevolezza della lettura, la scioltezza, il ritmo incalzante e la costruzione, fedele ai canoni di scrittura, le fanno un apprezzabilissimo scritto. Sebbene tratti di drammi, (comuni alla vita di ognuno di noi) il romanzo è contraddistinto da uno spiccato senso ironico a tratti divertente. Benché il personaggio appaia disorientato e alla continua ricerca di se stesso, (la casualità lo condurrà sino in Nepal ad abbracciare le teorie della reincarnazione) si evince una carica di umanità e profondità d’animo senza eguali. Per chi ha la mia stessa età è sicuramente un piacevole viaggio nel tempo dal momento che l’accurata descrizione dei fatti, dei personaggi, dei luoghi, del paesino di provincia e la bottega hanno destato singolari ricordi.
Il racconto è suddiviso in brevi capitoli concepiti come semplici momenti; attimi. Come fossero dei brevi fotogrammi di vita.
Scrive l’autore: “i moralismi di campagna mi sembravano ormai meschini e ipocriti e disprezzavo la gente ordinaria come le persone scialbe prive di fantasia, spesso frustrate e pieni di complessi e paure”.
Leggevo in un articolo circa il libro di Renzo: “… il conflitto interiore per capire come si è e cosa si è” Ma io mi chiedo: “chi può dire di avere una ragionevole certezza sul proprio conto?”
Con un delizioso excursus “storico”, meglio dire “preistorico”, l’autore ci ricorda: “il mangiadischi è da considerarsi a tutti gli effetti il vero antenato del walkman. Uno dei più venduti tra il 1975 e il 1988 era il Penny con l’aspetto compatto e i buchi sopra l’altoparlante. Dai colori vivaci come arancione, turchese, rosso verde e giallo, funzionava a batterie e con alimentazione in rete”.
Mi chiedo: “come abbiamo potuto dimenticare il penny e “ti amo” di Umberto Tozzi che mia cugina ascoltava senza sosta per tutto il giorno?”. Da segnalare le dolci-amare poesie che di tanto in tanto creano un emozionante intermezzo tra i capitoli stessi e la descrizione dell’autore, della propria professione e l’impegno sociale che troverete come un’inaspettata sorpresa tra le ultime pagine.
Diletta Nespeca
February 19, 2011

“Un uomo di nome Stefania” recensione a cura dello scrittore Francesco Sansone

E’ autore di “Io: nella gioia e nel dolore”
Statale Editrice http://goo.gl/DZTAx
Francesco vive a Palermo ed è laureando in Lingue e Culture Moderne. Attualmente collabora con la rivistawww.giornalisticamente.it e rincorre il suo sogno di sempre: diventare un insegnante.
Il suo blog:
http://goo.gl/3MG04

L’intero fine settimana è dedicato ad un giovane scrittore emergente 

Renzo Samaritani  e al suo libro Un nome di nome Stefania. Oggi, infatti, troverete la scheda del romanzo e domani, in esclusiva, potrete leggere l’intervista allo scrittore che vi consiglio di leggere, perché davvero interessante. Non perdo altro tempo e vi lascio alla scheda del libro e, se vi va, ci vediamo domani. Buon Sabato a tutti

Francesco Sansone
Autore: Renzo Samaritani
Casa Editrice: Boopen
Prezzo: 12,00 Euro
Sinossi dell’opera
Crescere in un piccolo paese di provincia, lasciarlo perché  in quel posto non c’era più nulla che lo trattenesse. Arrivare in una grande città e rendersi conto di chi si è veramente per poi intraprendere un lungo percorso che porterà Stefano a diventare Stefania. Un ulteriore viaggio in Oriente, il costante bisogno di trovare risposte, vita notturna fra droga e alcolici e poi ricominciare nuovamente da zero. Un rapporto con una madre forte da ricostruire, incontri casuali, legami nati senza consapevolezza e molto altro ancora è Un uomo di nome Stafania, un libro che con una scrittura semplice, esprime concetti a volte difficili o semplicemente affrontati in maniera errata.
Ne parlo perché…
Perché è un libro che è arrivato da me da solo, desideroso di essere letto e capito. Leggendolo ho scoperto un Italia e gli italiani che non conoscevo, perché ancora non ero nato. Una società del tutto diversa da adesso, priva di tecnologia, telefonini, internet, ma uguale per tutto il resto. Le discoteche, le escort, la droga e ancora i pregiudizi e la difficoltà di non essere riconosciuti perché diversi da un modello che ancora adesso non smette di essere predominante.
Alcune note sull’autore
Vi rimando all’intervista di domani.
February 3, 2011

Un uomo di nome Stefania | Libera il Libro

L’avvincente storia di Stefania è un viaggio intorno al mondo alla
ricerca del sé. Lungo, avventuroso intrapreso ‘per caso’ e al tempo
stesso fortemente desiderato.
Un’anima in viaggio e un corpo che fugge dalla prigione d’una vita
obbligata, un bruco soffocato dal proprio bozzolo che non vede l’ora
di essere farfalla e volare.
Anni ottanta, la provincia bolognese è stretta come un paio di
décolleté con tacchi a spillo di una taglia più piccole.
Milano bigusto, fredda al mattino e sensuale al tramonto, produttiva
di giorno e corrotta di notte, ambigua, ambivalente, doppiogiochista.
Il desiderio di una svolta fa capolino tra le nuvole del cuore,
trasmutare.
Anni novanta, il Nepal accoglie il nuovo corpo e la sua anima pronti a
vivere a una nuova latitudine.
Ma è solo l’inizio…

Massimiliano Deliso
Editore: 
Boopen
Genere: narrativa
January 25, 2011

Francesco

 Ciao Renzo,
ho finito ieri sera di leggere il tuo libro. Mi e’ molto piaciuto e sono sicuro che leggero’ con la stessa intensita’ e partecipazione la continuazione.
Sono rimasto molto legato al personaggio il quale, pur movendosi all’ interno di realta’ che la Societa’ attuale magari bolla ancora come “peccaminose” e scabrose, mantiene sempre una forte impronta di ricerca “spirituale” e interiore, che la elevano al disopra della nuda realta’, alla continua ricerca di una dimensione superiore.
Io sono un grande lettore ed estimatore dei libri di tua madre. Nel tuo, seppur movendovi in ambiti e periodi ben diversi, ritrovo, in fondo, la stessa capacita’ di mettere in luce gli aspetti piu’ profondi e veri di ogni persona. La continua ricerca di se stessi e di una dimensione interiore.

Grazie ancora,
Francesco http://goo.gl/p0GkP
Immaginecopertina
January 3, 2011

Monica

Monica Pontoni 03 gennaio alle ore 23.25

ho terminato il libro cinque minuti fa… mi è piaciuto molto, anzi mi piace tuttora perché rimane dentro… mi sembra d’esser diventata amica di Stefania, mi ha permesso di entrare nel suo mondo e di capirne almeno un po’ le sfaccettature, con le sue difficoltà ma anche e soprattutto mi ha permesso di
condividere i suoi stati d’animo, i suoi sentimenti… quando
divento amica del protagonista di un romanzo ritengo che l’autore abbia fatto centro… la seguirò nel viaggio che sta per
fare… viaggerò con lei… grazie Renzo!
 1 of 2

December 28, 2010

Massimiliano

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L’avvincente storia di Stefania è un viaggio intorno al mondo alla
ricerca del sé. Lungo, avventuroso intrapreso ‘per caso’ e al tempo
stesso fortemente desiderato.
Un’anima in viaggio e un corpo che fugge dalla prigione d’una vita
obbligata, un bruco soffocato dal proprio bozzolo che non vede l’ora
di essere farfalla e volare.
Anni ottanta, la provincia bolognese è stretta come un paio di
décolleté con tacchi a spillo di una taglia più piccole.
Milano bigusto, fredda al mattino e sensuale al tramonto, produttiva
di giorno e corrotta di notte, ambigua, ambivalente, doppiogiochista.
Il desiderio di una svolta fa capolino tra le nuvole del cuore,
trasmutare.
Anni novanta, il Nepal accoglie il nuovo corpo e la sua anima pronti a
vivere a una nuova latitudine.
Ma è solo l’inizio…
Massimiliano Deliso http://goo.gl/7n9fx
December 19, 2010

Parole al Vento – Hastral recensione di “Un uomo di nome Stefania”

unuomodinome stefania

Oggi ho letto questo libro,
Un uomo di nome Stefania, che parla
di conflitto interiore nel capire
come si è, cosa si è…
Parla di accettazione…del proprio 
corpo… o meglio del disagio di trovarsi
in un corpo avendo…una indole diversa…
di esteriorità e interiorità.
Un uomo di nome Stefania parla d’amore.
Amore di coppia, ma anche di amore universale.
Un uomo di nome Stefania parla di religione.
Del buono che un esperienza religiosa 
può portare nella vita ma anche della delusione
nell’accorgersi di quanto sbagliate e forvianti
possono essere certe interpretazioni fatte
da uomini di scritti originariamente positivi.
Un uomo di nome Stefania parla di una famiglia. 
Di equilibri, di diversità, errori e conflitto
con i genitori, del bisogno di essere accettati
ed amati per ciò che si è…al di là delle 
loro aspettative.
Lo trovo un libro molto saggio che esprime opinioni
molto lucide, spassionate su argomenti importanti
ma al contempo le esprime con una grazia ed una
delicatezza davvero sorprendenti.
Un inchino e un plauso messere Renzo, a mio parere puoi andare fiero della tua prima 
– speriamo di una lunga serie – opera.
Hastral
Hastral intervista Renzo, pubblicato il 15 dicembre: vai su http://goo.gl/3huq4
December 10, 2010

a Natale regala “Un uomo di nome Stefania” (recensione di Vittoria Rinaldi)

E’ il miglior regalo che si possa fare alle persone a cui vogliamo bene. L’avvincente storia di Stefy, solo all’inizio in questo primo romanzo di Renzo Samaritani, è un viaggio nel vero Natale di tutti noi. Un cambiamento che per la protagonista del libro è prima esteriore e poi interiorizzato attraverso un misticismo moderno che, a dispetto del pessimismo di molti, sta attraversando la casalinga di Bologna come la modella di Milano, in un mutamento sottile al quale è possibile partecipare se già non avviene, consciamente e non.
Renzo ha avuto il pregio di riuscire a comunicare emozioni e sentimenti, spesso molto intimi e spirituali, in una forma di messaggio per i tempi che verranno e che già in parte stiamo vivendo. Con parole semplici ma in un linguaggio che può essere considerato anche sofisticato, un romanzo che si legge tutto d’un fiato per un nuovo scrittore che è già destinato a stupirci con prossimi libri importanti. Per ora poco conosciuto ma gli anni daranno ragione a chi come me ha già fatto di “Un uomo di nome Stefania” un importante punto di riferimento quotidiano per riflettere, a volte sorridere, piangere ed esprimere emozioni in un modo nuovo ed antico al tempo stesso. In poche parole: vivere.
Impossibile non apprezzare le qualità letterarie di Renzo Samaritani e attendiamo con ansia il prossimo libro.
Vittoria Rinaldi
Un uomo di nome Stefania, Renzo Samaritani
The Boopen Editore, 2010
ISBN 
978-88-6581-043-9
Immaginecopertina
December 7, 2010

“Un uomo di nome Stefania” recensione di Manuela

Un linguaggio piano, semplice e diretto cerca immediatamente la sintonia con il lettore per trasportarlo in un mondo dove la complessità viene dipanata con scioltezza e senza autocompiacimento.
Il viaggio nel viaggio, il viaggio come metafora della ricerca del sé è un tema caro a molti autori: Renzo lo propone attraverso la sua ottica personale nella quale le distanze geografiche costituiscono probabilmente un mero pretesto per affrontare quelle di genere, dove il protagonista rinasce ogni volta dalle proprie ceneri come un’araba fenice dei nostri giorni.  
Aspettiamo il seguito.
Manuela Cobbe
Immaginecopertina
December 1, 2010

da Mario


    • aldoguru ohmguru Ho già espresso il mio alto apprezzamento per il tuo stile letterario e son felice di vederlo condiviso da firme del giornalismo di rilievo.

      2 ore fa  
    • Renzo Samaritani Tu sei stato molto critico in senso positivo senza i soliti “bravo bravo”,,, grazie di cuore, anche perché mi sostieni sempre.
      1 ora fa
vi giro questa cosa bellissima che mi ha scritto il giornalista Mario Albanesi, Direttore del periodico “Nuove Antenne” e Presidente del Coordinamento Nazionale Nuove Antenne di Roma
Inizio messaggio inoltrato:
Da: “Mario Albanesi” 
Ciao Renzo! Ho letto per intero il libro. Scrivi benissimo e hai una forte capacità di sintesi che ti rende immediato e moderno. Mi aspetto grandi cose da te. Un abbraccio, Mario
November 9, 2010

Monica

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Ho letto le prime due pagine come faccio sempre appena compro un libro per farmi un’idea… (visto che ne ho altri due in corso, finisco quelli prima di dedicarmici bene).  Mi piace l’impostazione, e m’ispira, ma questo già ancora prima di aprirlo… i ricordi espressi con pensieri veloci e schietti, almeno quello che per ora mi è rimasto impresso… che rende la lettura piacevole e scorrevole.
Sicuramente ti farò sapere appena lo conoscerò meglio.
E’ la prima volta che ho contatti diretti con uno scrittore, e la cosa mi inorgoglisce… e mi sento onorata!

Monicapontoni
October 23, 2010

il mio libro segnalato da LiberaMenteServo – UN UOMO DI NOME STEFANIA, un’anima in viaggio. Di Renzo Samaritani

Un uomo di nome StefaniaUn’avventura alla ricerca del significato dell’esistenza.
Autore: Renzo Samaritani
The Boopen Editore, 2010
UN UOMO DI NOME STEFANIA
Primo libro per questo scrittore in erba Renzo Samaritani che si è cimentato nella sua vita, come lui stesso ci racconta, in esperienze radiofoniche e televisive. Ha gestito radio e una micro televisione, nonché condotto programmi affiancato anche dalla sua famosa madre, la scrittrice Helga Schneider.

Libro Bianco & Nero
Formato 14,8 x 21 (A5)
Copertina Morbida
Pagine 202
Editore Boopen
Lingua Italiana
ISBN 978-88-6581-043-9
Un libro ‘quasi’ autobiografico dove miscela sapientemente la realtà con la fantasia.

Appena uscito con i tipi di Boopen Editore ho avuto una copia in anteprima, e già dal titolo del romanzo ‘Un uomo chiamato Stefania’ si evince il suo contenuto e fin dalla prime pagine si saltella da un auto apostrofarsi al femminile e al maschile, passando con naturalezza da un ‘mi sono sentita strana’ a un ‘e perché io ero piccolo’, accorgimento geniale per farci capire lo stato d’animo del protagonista. La storia si evolve quietamente e si prova un certo coinvolgimento mentre la si legge. Una storia di ‘diversità’ che testimonia la vita di una donna nata in un corpo di uomo ma che non ha subito grandi disagi nel realizzare la sua vera condizione psicologica rispetto a quella corporea.
Una storia di amore anche, quell’amore che tutti noi, in ultima analisi, ricerchiamo piu o meno distrattamente.
Faccio i miei auguri a Renzo Samaritani per il suo primo libro sperando ne seguano altri.
Recensione della giornalista Elisabetta Anna Maria Scotto
L’avvincente storia di Stefania è un viaggio intorno al mondo alla ricerca del sé. Lungo, avventuroso intrapreso ‘per caso’ e al tempo stesso fortemente desiderato.

Un’anima in viaggio e un corpo che fugge dalla prigione d’una vita obbligata, un bruco soffocato dal proprio bozzolo che non vede l’ora di essere farfalla e volare.
Anni ottanta, la provincia bolognese è stretta come un paio di décolleté con tacchi a spillo di una taglia più piccole.
Milano bigusto, fredda al mattino e sensuale al tramonto, produttiva di giorno e corrotta di notte, ambigua, ambivalente, doppiogiochista. Il desiderio di una svolta fa capolino tra le nuvole del cuore, trasmutare.
Anni novanta, il Nepal accoglie il nuovo corpo e la sua anima pronti a vivere a una nuova latitudine.
Ma è solo l’inizio…
(Massimiliano Deliso)
Un uomo di nome Stefania parla di conflitto interiore, nel capire come si è, cosa si è … Parla di accettazione …del proprio corpo … o meglio del disagio di trovarsi in un corpo avendo … una indole diversa … di esteriorità e interiorità. Un uomo di nome Stefania parla d’amore. Amore di coppia, ma anche di amore universale. Un uomo di nome Stefania parla di religione. Del buono che un esperienza religiosa può portare nella vita ma anche della delusione nell’accorgersi di quanto sbagliate e forvianti possono essere certe interpretazioni fatte da uomini di scritti originariamente positivi. Un uomo di nome Stefania parla di una famiglia. Di equilibri, di diversità, errori e conflitto con i genitori, del bisogno di essere accettati ed amati per ciò che si è…al di là delle loro aspettative. Lo trovo un libro molto saggio che esprime opinioni lucide, spassionate su argomenti importanti ma al contempo le esprime con una grazia ed una delicatezza davvero sorprendenti. Un inchino e un plauso messere Renzo, a mio parere può andare fiero della sua prima – speriamo di una lunga serie – opera Hastral.
October 11, 2010

un-uomo-di-nome-stefania—[email protected]

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     Argomento: da: aNobii



      Oggi ho letto il libro e mi è piaciuto. Trovo che l’autore ha dosato
      sapientemente l’autobiografico con ciò che è frutto della fantasia. Mi
      piace il modo in cui mette “sul piatto” i sentimenti…come ha
      espresso la sua opinione sull’amore, l’analisi “spietata” che da
      figlio ha fatto sul rapporto dei suoi genitori…l’amore e la
      conflittualità che esprime nel rapporto con sua madre…l’amore e…il
      rimpianto che esprime per suo padre…Il capitolo “Amore vero” mi ha
      coinvolta molto e fatta riflettere altrettanto. L’altro capitolo che
      ho adorato è “Dialogo con un omofobo italiano” ! Quando Stefania si
      libera dei soprusi subiti per anni ed ha per la prima volta il
      coraggio di parlare…”l’omosessualità […] è una scelta personale
      che riguarda la sfera privata e dovrebbe essere garantita legalmente”
      Queste parole incarnano perfettamente ciò che ne penso io
      sull’argomento ed esprimono il concetto di libertà e libero
      arbitrio…Vorrei citare tanti altri passaggi del libro che mi sono
      piaciuti enormemente ma…non voglio dilungarmi ne tediarvi !

       Argomento: Michail



        Ciao Renzo

          Ho letto il tuo libro e ti dirò che mi è piaciuto molto e il motivo è
        che tu sei la prima persona che è riuscita a farmi vedere situazioni
        del genere con un occhio diverso…
          ….. ho sempre avuto dei pregiudizi sull’omosessualità che non mi hanno
        mai dato la possibilità di confrontarmi con chi è omosessuale.
          Forse per schemi imposti da una famiglia che adoro ma che vive in un
        altro mondo (la differenza di età con i miei è infinita…..) ho sempre
        “evitato” di frequentare persone della sfera omosessuale oppure
        relazionandomi con loro facendo “finta di nulla”, per altro per me
        difficilissimo perché ho un carattere molto diretto e non mi è facile
        nascondere quello che provo, conoscere meglio la coppia formata da Max
        e Nirva mi ha aiutato molto a crescere sotto quest’aspetto e il tuo
        libro è riuscito a “buttare giù” muri verso chi vive la propria
        sessualità in questo modo.
          Non ti nego che le domande che vorrei farti magari un giorno in
        privato sono tante ma ti assicuro che in poco più di un giorno (il
        tempo di leggere il romanzo) ho fatto passi da gigante nel cambiare
        modi di vedere l’omosessualità.
          Ti conosco da tanti anni ma leggendo il tuo libro mi pare di
        conoscerti da 1 giorno e mi accorgo che sei veramente speciale….
          Ciao un abbraccio
        October 10, 2010

        un-uomo-di-nome-stefania—[email protected]

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           Argomento: Roberta


               

            Oggi ho letto questo libro,
            il cui autore, Renzo Samaritani
            è un amico di lunga data della
            mia dolce metà.
            Un uomo di nome Stefania, parla
            di conflitto interiore, nel capire
            come si è, cosa si è…
            Parla di accettazione…del proprio
            corpo… o meglio del disagio di trovarsi
            in un corpo avendo…una indole diversa…
            di esteriorità e interiorità.
            Un uomo di nome Stefania parla d’amore.
            Amore di coppia, ma anche di amore universale.
            Un uomo di nome Stefania parla di religione.
            Del buono che un esperienza religiosa
            può portare nella vita ma anche della delusione
            nell’accorgersi di quanto sbagliate e forvianti
            possono essere certe interpretazioni fatte
            da uomini di scritti originariamente positivi.
            Un uomo di nome Stefania parla di una famiglia.
            Di equilibri, di diversità, errori e conflitto
            con i genitori, del bisogno di essere accettati
            ed amati per ciò che si è…al di là delle
            loro aspettative.
            Lo trovo un libro molto saggio che esprime opinioni
            molto lucide, spassionate su argomenti importanti
            ma al contempo le esprime con una grazia ed una
            delicatezza davvero sorprendenti.
            Un inchino e un plauso messere Renzo, come ti ho detto
            a mio parere puoi andare fiero della tua prima
            – speriamo di una lunga serie – opera.
            Roberta

               Argomento: Elisabetta



                Primo libro per questo scrittore in erba Renzo Samaritani che si è
                cimentato nella sua vita, come lui stesso ci racconta, in esperienze
                radiofoniche e televisive. Ha gestito radio e una micro televisione,
                nonché condotto programmi affiancato anche dalla sua famosa madre, la
                scrittrice Helga Schneider.
                Un libro ‘quasi’ autobiografico dove miscela sapientemente la realtà
                con la fantasia.
                Appena uscito con i tipi di Boopen Editore ho avuto una copia in
                anteprima, e già dal titolo del romanzo ‘Un uomo chiamato Stefania’ si
                evince il suo contenuto e fin dalla prime pagine si saltella da un
                auto apostrofarsi al femminile e al maschile, passando con naturalezza
                da un ‘mi sono sentita strana’ a un ‘e perché io ero piccolo’,
                accorgimento geniale per farci capire lo stato d’animo del
                protagonista.
                La storia si evolve quietamente e si prova un certo coinvolgimento
                mentre la si legge. Una storia di ‘diversità’ che testimonia la vita
                di una donna nata in un corpo di uomo ma che non ha subito grandi
                disagi nel realizzare la sua vera condizione psicologica rispetto a
                quella corporea.
                Una storia di amore anche, quell’amore che tutti noi, in ultima
                analisi, ricerchiamo piu o meno distrattamente.
                Faccio i miei auguri a Renzo Samaritani per il suo primo libro
                sperando ne seguano altri.

                 Argomento: Chiara



                  Ciao Renzo,
                  ho appena finito il libro… è bellissimo, mi è piaciuto davvero
                  tanto!
                  Sei bravo, e sei di una sensibilità e di una dolcezza unica che riesci
                  a trasmettere attraverso le parole.
                  Io sono una frana e quindi spero di riuscire a farti capire quello che
                  voglio dire perché faccio sempre casino nell’esprimermi.

                  October 9, 2010

                  aNobii

                  Un uomo di nome Stefania. Un’anima in viaggio

                   (1) 

                  | 9788865810439

                  1 Recensione

                  • Un uomo di nome Stefania

                    Oggi ho letto il libro e mi è piaciuto. Trovo che l’autore ha dosato sapientemente l’autobiografico con ciò che è frutto della fantasia. Mi piace il modo in cui mette “sul piatto” i sentimenti…come ha espresso la sua opinione sull’amore, l’analisi “spietata” che da figlio ha fatto sul rapporto dei suoi genitori…l’amore e la conflittualità che esprime nel rapporto con sua madre…l’amore e…il rimpianto che esprime per suo padre…Il capitolo “Amore vero” mi ha coinvolta molto e fatta riflettere altrettanto. L’altro capitolo che ho adorato è “Dialogo con un omofobo italiano” ! Quando Stefania si libera dei soprusi subiti per anni ed ha per la prima volta il coraggio di parlare…”l’omosessualità […] è una scelta personale che riguarda la sfera privata e dovrebbe essere garantita legalmente” Queste parole incarnano perfettamente ciò che ne penso io sull’argomento ed esprimono il concetto di libertà e libero arbitrio…Vorrei citare tanti altri passaggi del libro che mi sono piaciuti enormemente ma…non voglio dilungarmi ne tediarvi !

                  September 23, 2010

                  Nadia

                  Immaginecopertina
                  Ho iniziato a leggerlo e la lettura scivola via velocemente. Non ho letto molto perché ieri ero stanca ma stasera andrò avanti. Ti aggiorno. Complimenti.
                  September 21, 2010

                  Michele

                  Ciao Renzo
                  Ho letto il tuo libro e ti dirò che mi è piaciuto molto e il motivo è che tu sei la prima persona che è riuscita a farmi vedere situazioni del genere con un occhio diverso…
                  ….. ho sempre avuto dei pregiudizi sull’omosessualità che non mi hanno mai dato la possibilità di confrontarmi con chi è omosessuale.
                  Forse per schemi imposti da una famiglia che adoro ma che vive in un altro mondo (la differenza di età con i miei è infinita…..) ho sempre “evitato” di frequentare persone della sfera omosessuale oppure relazionandomi con loro facendo “finta di nulla”, per altro per me difficilissimo perché ho un carattere molto diretto e non mi è facile nascondere quello che provo, conoscere meglio la coppia formata da Max e Nirva mi ha aiutato molto a crescere sotto quest’aspetto e il tuo libro è riuscito a “buttare giù” muri verso chi vive la propria sessualità in questo modo.
                  Non ti nego che le domande che vorrei farti magari un giorno in privato sono tante ma ti assicuro che in poco più di un giorno (il tempo di leggere il romanzo) ho fatto passi da gigante nel cambiare modi di vedere l’omosessualità.
                  Ti conosco da tanti anni ma leggendo il tuo libro mi pare di conoscerti da 1 giorno e mi accorgo che sei veramente speciale….
                  Ciao un abbraccio
                  Immaginecopertina

                  re

                  September 20, 2010

                  Emanuele

                  Ciao Renzo, sto leggendo il tuo libro…
                  cosa per me inusuale sto impiegando molto tempo per terminarlo…alcune parti sono talmente toccanti che sento il bisogno di fermarmi e leggerle più volte.
                  Ti saluto…..Emanuele
                  Copertina_samaritani
                  September 19, 2010

                  Chiara

                  Ciao Renzo,
                  ho appena finito il libro… è bellissimo, mi è piaciuto davvero tanto!
                  Sei bravo, e sei di una sensibilità e di una dolcezza unica che riesci a trasmettere attraverso le parole.
                  Io sono una frana e quindi spero di riuscire a farti capire quello che voglio dire perché faccio sempre casino nell’esprimermi.

                  Immaginecopertina
                  September 13, 2010

                  Hastral

                  5633da3f0350f35d0e7cc9d32bb7de
                  Oggi ho letto questo libro,
                  il cui autore, Renzo Samaritani
                  è un amico di lunga data della
                  mia dolce metà.
                  Un uomo di nome Stefania, parla
                  di conflitto interiore, nel capire
                  come si è, cosa si è…
                  Parla di accettazione…del proprio 
                  corpo… o meglio del disagio di trovarsi
                  in un corpo avendo…una indole diversa…
                  di esteriorità e interiorità.
                  Un uomo di nome Stefania parla d’amore.
                  Amore di coppia, ma anche di amore universale.
                  Un uomo di nome Stefania parla di religione.
                  Del buono che un esperienza religiosa 
                  può portare nella vita ma anche della delusione
                  nell’accorgersi di quanto sbagliate e forvianti
                  possono essere certe interpretazioni fatte
                  da uomini di scritti originariamente positivi.
                  Un uomo di nome Stefania parla di una famiglia. 
                  Di equilibri, di diversità, errori e conflitto
                  con i genitori, del bisogno di essere accettati
                  ed amati per ciò che si è…al di là delle 
                  loro aspettative.
                  Lo trovo un libro molto saggio che esprime opinioni
                  molto lucide, spassionate su argomenti importanti
                  ma al contempo le esprime con una grazia ed una
                  delicatezza davvero sorprendenti.
                  Un inchino e un plauso messere Renzo, come ti ho detto
                  a mio parere puoi andare fiero della tua prima 
                  – speriamo di una lunga serie – opera.
                  Hastral
                  posted by hastral 21:24 | commenti
                  August 30, 2010

                  Elisabetta Anna Maria Scotto giornalista e blogger – Home

                  Primo libro per questo scrittore in erba Renzo Samaritani che si è cimentato nella sua vita, come lui stesso ci racconta, in esperienze radiofoniche e televisive. Ha gestito radio e una micro televisione, nonché condotto programmi affiancato anche dalla sua famosa madre, la scrittrice Helga Schneider.
                  Un libro ‘quasi’ autobiografico dove miscela sapientemente la realtà con la fantasia.
                  Appena uscito con i tipi di Boopen Editore ho avuto una copia in anteprima, e già dal titolo del romanzo ‘Un uomo chiamato Stefania’ si evince il suo contenuto e fin dalla prime pagine si saltella da un auto apostrofarsi al femminile e al maschile, passando con naturalezza da un ‘mi sono sentita strana’ a un ‘e perché io ero piccolo’, accorgimento geniale per farci capire lo stato d’animo del protagonista. 
                  La storia si evolve quietamente e si prova un certo coinvolgimento mentre la si legge. Una storia di ‘diversità’ che testimonia la vita di una donna nata in un corpo di uomo ma che non ha subito grandi disagi nel realizzare la sua vera condizione psicologica rispetto a quella corporea.
                  Una storia di amore anche, quell’amore che tutti noi, in ultima analisi, ricerchiamo piu o meno distrattamente.
                  Faccio i miei auguri a Renzo Samaritani per il suo primo libro sperando ne seguano altri.
                  Elisabetta Anna Maria Scotto
                  informazioni:
                  August 8, 2010

                  Interviste&Recensioni

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                  Un uomo di nome Stefania 

                  Primo libro per questo scrittore in erba Renzo Samaritani che si è cimentato nella sua vita, come lui stesso ci racconta, in esperienze radiofoniche e televisive. Ha gestito radio e una micro televisione, nonché condotto programmi affiancato anche dalla sua famosa madre, la scrittrice Helga Schneider.
                  Un libro ‘quasi’ autobiografico dove miscela sapientemente la realtà con la fantasia.
                  Di prossima uscita con i tipi di Boopen Editore ho avuto una copia in anteprima, e già dal titolo del romanzo ‘Un uomo chiamato Stefania’ si evince il suo contenuto e fin dalla prime pagine si saltella da un auto apostrofarsi al femminile e al maschile, passando con naturalezza da un ‘mi sono sentita strana’ a un ‘e perché io ero piccolo’, accorgimento geniale per farci capire lo stato d’animo del protagonista. 
                  La storia si evolve quietamente e si prova un certo coinvolgimento mentre la si legge. Una storia di ‘diversità’ che testimonia la vita di una donna nata in un corpo di uomo ma che non ha subito grandi disagi nel realizzare la sua vera condizione psicologica rispetto a quella corporea.
                  Una storia di amore anche, quell’amore che tutti noi, in ultima analisi, ricerchiamo piu o meno distrattamente.
                  Faccio i miei auguri a Renzo Samaritani per il suo primo libro sperando ne seguano altri.
                  Elisabetta Anna Maria Scotto
                  ————————————

                  Intervista a mio figlio, Renzo Samaritani

                  di Helga Schneider
                  (Dicono che sono io a cinque anni a Vienna!)

                  Sarà…)

                  renzo a vienna
                     
                    
                  Ciao Renzo. Ho letto le bozze di stampa del tuo libro “Un uomo di nome Stefania”. Nomini spesso S. Lazzaro dove non sei nato, ma dove sei cresciuto…

                   – Ho molti ricordi di S. Lazzaro: Diana la cagnolona che mi seguiva come se fossi suo padroncino, Claudia che all’epoca era una ragazzina e aveva scelto come unico amico del cortile me… Ora anche lei é madre. E’ passato tanto tempo… Tu invece cosa ricordi di S. Lazzaro?
                   Ad esempio che lavoravo part-time come corrispondente di lingue in un’azienda che costruiva serbatoi di stoccaggio per petrolio ed altri materiali, gli stabilimenti si trovavano ad Ozzano dell’Emilia. Raggiungere ogni giorno il posto di lavoro presentava qualche difficoltà, perché la distanza era notevole, ma dovevo farcela, visto che il mio mezzo stipendio serviva anche alla nostra piccola economia domestica.
                   – Vedo anche da questo ricordo che la vita per te non é mai stata facile…
                   No, non lo è stata. Avevamo lo sfratto ed eravamo piuttosto preoccupati. Ora non ricordo bene in quali enti od uffici presentammo la domanda per ottenere un alloggio in locazione, ne avevamo il diritto in quanto sottoposti a provvedimento esecutivo di sfratto, ed entrammo in una lunga lista d’attesa. Un giorno accadde il miracolo e ci comunicarono che ci avrebbero assegnato un appartamento a Bologna. Increduli e euforici andammo a vederlo. Firmammo il contratto e traslocammo.
                   – Eravamo molto felici per questa svolta della nostra vita…
                   E’ vero. Ti iscrissi all’Istituto Professionale Fioravanti e la vita riprese un corso normale. Da Bologna potevo servirmi del pullman per Ozzano e tutto si era semplificato.
                   – E la scrittura?
                   Il fatto che ho sempre scritto, in qualunque luogo e in qualsiasi situazione, mi sembra così scontato che ho tralasciato di farne menzione. Avevo anche offerto due romanzi a diversi editori, ma furono rifiutati.
                   – Ma hai sempre continuato…
                   Io scrivo fin dall’adolescenza, prima in lingua tedesca e poi in lingua italiana, ma per decenni con il più solenne insuccesso.
                   – Tuttavia hai dimostrato una costanza ammirevole…
                   Si, ma anche in altre cose. A Bologna ad esempio tu ed io cominciammo a trasmettere nelle radio libere, ero affascinata da questo nuovo mezzo di comunicazione. Tu ti occupavi della regia tecnica e io intrattenevo gli ascoltatori. Era divertentissimo. Facevamo “la notte” e a volte cominciavamo alle nove di sera e terminavamo alle sette del mattino. Ci telefonavano tutti gli insonni di Bologna, i non vedenti, le persone sole, nonne e nonnini,  taxisti e infermieri, insomma, i nottambuli. Maurizio “dai capelli ribelli” stava al centralino che era sempre intasato. Ci intervistò anche il Carlino, ne fummo molto fieri.
                   – Suona idilliaco… Erano bei tempi!
                   Si, ma poi venne il brutto. Una sera vidi tuo padre tornare dal lavoro con la faccia e il collo gonfi. Mi spaventai, la cosa non mi piacque per niente. Il giorno dopo andammo dal nostro medico di famiglia. Lui tranquillizzò tuo padre e ordinò gli esami di rito. Ma risultò quasi subito un cattivissimo cancro ai polmoni.
                   – Si, lo ricordo con angoscia…
                   Cominciò così il suo calvario: radioterapia e diversi cicli di chemio con i soliti, brutali, terrificanti effetti di tossicità: nausea, astenia, perdita dei capelli, valori del sangue sconvolti. Graduale decadimento morale e fisico. Crescente dolore. Qualità di vita disumana. Mio marito aveva 47 anni. Praticava regolarmente lo sport, aveva un fisico forte e allenato. Nove mesi di malattia lo avevano ridotto a una larva d’uomo. Dopo l’intervento della biopsia mi aveva detto: “Se scoprono qualcosa di brutto – non dirmelo mai.” Non glielo dissi e finsi per tutto il tempo della malattia. Gli ripetevo che aveva una forte anemia, ma che le cure lo avrebbero lentamente guarito. Lo accompagnai, mentre entrava e usciva  da tutti gli ospedali di Bologna, alla morte. Ne avevo la possibilità, perché dopo un anno di soggiorno nella nuova casa, l’azienda per la quale lavoravo era fallita.
                   – Vedere papà con i capelli caduti a causa della chemio mi impressionò moltissimo.
                   Lui trascorse il periodo finale della malattia all’ospedale Maggiore. Devo dire che c’erano medici meravigliosi, non permisero che mio marito fosse anche distrutto dal dolore. Trascorsi al suo capezzale molte notti. “Fare la notte” all’ospedale è faticoso, sfiancante. Si sta seduti su una sedia e il tempo sembra fermo. Un giorno tornai a casa per fare la doccia e preparare il solito cambio di biancheria per lui – quando suonò il telefono: se ne era andato. E lo sai cosa fu la prima cosa che pensai sentendo la notizia? “Dio, ti ringrazio.” Il resto fu il normale seguito di un decesso: burocrazia, funerale, burocrazia e produzione di documenti e certificati…
                   – Dopo che successe? Beh, lo so, ma racconta…
                   Mi trovai senza lavoro, senza soldi, con l’affitto da pagare e un figlio da mantenere. Allora andai a stirare camicie in un lavasecco.
                   – Devo ammettere che non ti stavo molto vicino… forse perché ero ancora molto giovane.
                   Tu aspettavi la chiamata per il servizio militare, anzi, il servizio civile. Durante i nove mesi, mentre seguivo tuo padre nei vari ricoveri, tu avevi  conosciuto il movimento degli Hare Krishna e avevi cominciato a frequentare il loro tempio a Castelmaggiore. Un giorno ti proposero di occuparti della loro radio, RKC Bologna, e poiché eri appassionato di radio libere, accettasti. Purtroppo accettasti anche di trasferirti nel loro tempio. Successe dopo il funerale di tuo padre. Mi ribellai, mi informai in questura se mio figlio potesse vivere in un tempio, ma mi dissero che un maggiorenne aveva ogni diritto di scegliere il proprio domicilio e la religione che più lo convinceva. Ero impotente. Tu restavi là per due anni finché una mattina molto presto ti ripresentasti a casa, molto dimagrito e indossando strani vestiti. Eri cambiato, non ti riconoscevo. Facevi ragionamenti che non riuscivo a condividere e sostenevi concetti che trovavo estranei, incomprensibili, proiettati in un mondo arcaico che non aveva nulla a che vedere con quello in cui stavamo vivendo. Cominciarono discussioni, malumori, un abisso sempre più grande, alla fine un’incompatibilità insuperabile. Te ne andasti di nuovo, rancoroso e inconciliabile. Per vent’anni evitasti ogni contatto con me e fra noi si creò un divario che ad un certo punto sembrava incolmabile. Ne soffrivo molto, ma ancora una volta mi sentivo impotente.
                   – Si, é una storia triste fra un figlio e una madre. Nel frattempo tu cosa facevi?
                   Stiravo camicie, collaboravo con una radio libera e scrivevo. Mi rifiutarono due o tre romanzi. Finché un allora ancora piccolo editore, Pendragon di Bologna, mi pubblicò “La bambola decapitata”, un libro di pura fiction. Mi intervistò un giornalista della Stampa, Gabriele Romagnoli, con l’intenzione di dedicare alcune frasi al libro, ma quando mi chiese da dove venivo, gli raccontai di essere cresciuta a Berlino durante il nazismo, che mia madre mi aveva abbandonata a 4 anni per fare la guardiana nei campi di sterminio, che avevo visto Hitler nel suo bunker sotto la Nuova cancelleria – allora lui disse: “Se ciò che mi hai raccontato é vero – d’ora in poi scrivi di questo!” Al mattino trasmettevo dalla radio, intervistando i politici bolognesi, nel pomeriggio stiravo camicie al lavasecco e alla sera scrivevo “Il rogo di Berlino”. Quando lo terminai come sempre ne feci stampare delle copie e le spedii ai vari editori, ma curiosamente anche ad un agente di Milano, Bernabò. Che mi chiamò proponendo di gestire il testo. E accadde un altro miracolo: lo accettò niente di meno che l’editore Adelphi. E la mia vita cambiò.
                   – Complimenti, é la favola di Cenerentola…
                  Da qui in poi la tua storia é di dominio pubblico. “Il rogo di Berlino” fu un caso letterario, arrivarono le interviste per i giornali, le apparizioni televisive, le edizioni per le scuole, gli innumerevoli inviti di incontrare gli studenti, conferenze e convegni, viaggi in Italia e all’estero, e  altri due libri pubblicati dalla stessa Adelphi, ma anche da Rizzoli, Einaudi e Salani. Le traduzioni dei tuoi libri in quindici lingue estere, e il music drama “Lasciami andare madre” scritto insieme a Lina Wertmüller e messo in scena con gli attori Roberto Herlitzka e Milena Vukotic con grande consenso di critica e strepitoso successo di pubblico. E’ davvero notevole quanto hai ottenuto in soli 15 anni di carriera letteraria. Sai, quando un giorno lessi sul Corriere che tu avevi scritto un libro che era considerato un ‘caso letterario’: “Il rogo di Berlino”, mi venne un colpo. Ci incontrammo e ti rimproverai di aver raccontato la verità su tua madre, membro della Waffen SS e guardiana ad Auschwitz Birkenau, a tutta l’Italia, tranne che a me! Il fatto che tutti sapessero di questa mia nonna “mostro” mi metteva a disagio. Ce l’aveva di nuovo con te.

                  Nel frattempo avrai capito che io sono “altro” da mia madre?

                   – Per me é ancra un problema… Comunque, grazie di questa chiacchierata.
                   
                  Beh, permetti che a questo punto anch’io ti ponga alcune domande. Fra poco uscirà il tuo primo libro dal titolo ”Un uomo di nome Stefania”. Cosa ti aspetti da questo esordio?

                  – Non saprei. Ad esempio, non ho idea di che spazio possa trovare il mio titolo in libreria…  E, se ci saranno recensioni, non é che faranno subito il confronto con te? 

                  Un recensore di professione saprà giudicare il tuo libro per quello che offre e vale,  lui dovrebbe scindere il mio nome dal tuo libro. Ma vorrei chiederti un’altra cosa: ho letto nella bozza la descrizione della madre del protagonista nella quale non mi riconosco… 

                  – Infatti non sei assolutamente tu! Come specificato nella descrizione, il libro é autobiografico solo in parte. 

                  Secondo me dovevi fare la scelta netta di autobiografia e fiction, altrimenti si crea una certa confusione. Comunque, sei perdonato. Per il resto – auguri per il tuo libro!  Hai imboccato una strada difficile, io ne so qualcosa. Una strada che costa fatica, che richiede forza, costanza e il coraggio di incassare anche qualche smacco.
                  Allora “toi toi toi”, come si dice in tedesco, per “Un uomo di nome Stefania”!

                  – Ti ringrazio davvero.