Errare é umano, perseverare diabolico, correggersi divino – Marco Ferrini

Liberta dalla Solitudine e dalla Sofferenza

Lo sviluppo della conoscenza di sé permette di fare un adeguato inventario interiore, di riconoscere quel che abbiamo in noi di sano ed efficiente e ciò che invece ha bisogno di essere ancora educato e sviluppato.

Possiamo giungere ad eliminare pericolose illusioni, errori e vane presunzioni, senza però cadere nell’errore opposto di un’auto-svalutazione e auto commiserazione. Svalutarsi e commiserarsi induce a rinunciare a perfezionarsi e, soprattutto, a livello inconscio, si corre il rischio di crearsi attraverso l’auto-punizione una comoda quanto sterile giustificazione.

Dunque, pentimento e correzione dovrebbero avvenire senza infliggersi pene bensì attraverso azioni che dimostrino, anche a noi stessi, che abbiamo capito gli errori commessi e che ora stiamo agendo in maniera correttiva, concreta e costruttiva, spiritualmente evolutiva, in spirito di offerta a Dio, a beneficio non solo nostro, bensì di tutti.

Tra le debolezze umane, le tendenze a commettere errori e ad ingannare (se stessi e gli altri) sono le più diffuse e incatenanti. Conquistare la nostra libertà interiore implica riconoscere e vincere entrambe queste tendenze. Chi le ha riconosciute e debellate in se stesso, le riconosce negli altri e, provandone compassione, impara a perdonare.

Marco Ferrini

from Marco Ferrini Official Blog http://ift.tt/1QVW0u5
via IFTTT

La Felicità é una conquista

Libertà dalla Solitudine e dalla Sofferenza

La Felicità é una Conquista di Marco Ferrini
Tutti coloro che sono alla ricerca della felicità devono superare degli ostacoli, che non sono esterni ma delle proiezioni dei nostri condizionamenti e conflitti interiori. Non sono gli accadimenti che determinano la nostra vita, ma come noi ci poniamo di fronte ad essi, ovvero le risposte comportamentali che diamo.

Possiamo rinchiuderci in un luogo solitario e farlo divenire il nostro pensatoio, e dilettarci con pensieri torbidi e immagini di azioni scorrette, ma gli effetti negativi si manifesterebbero presto per quanto nessuno ci abbia visti né sentiti! Più a lungo ci crogioliamo in quei pensieri e più essi si potenziano e prendono forma, e se ne parliamo ci predispongono all’azione. Questa è la genesi dell’umano agire. Se nutriamo il nostro lato oscuro e investiamo energia su di esso perdiamo il ben dell’intelletto e saremo la causa dei nostri guai. Se invece nutriamo desideri e pensieri elevati, la nostra vita diventerà sempre più improntata al bene-essere, alla gioia e alla felicità.
Il percorso verso la felicità è ben descritto nella Bhagavad-gita IX,2.
La felicità non è utopia né qualcosa di astratto, bensì il bene-essere a tutti gli effetti, e perciò  dovrebbe essere inserita nel PIL delle Nazioni affinché tutti possano informarsi in merito a quanto e dove le persone godano di più o di meno reale benessere.
Laddove manca libertà di movimento, di pensiero, di parola, di azione e di culto mancano le vere ricchezze dell’individuo e della comunità umana ed per definizione un luogo dove nessuno dovrebbe vivere. Questi beni sono gli strumenti per la felicità e vanno conquistati e rispettati, ma la felicità esteriore che essi generano non è ancora una felicità indipendente dalle condizioni esterne: politiche, economiche, ecc. L’autentica felicità non è uno stato d’animo passeggero, in transito, bensì uno stato dell’essere, in cui sentirsi stabili e a proprio agio nella nostra autentica dimensione spirituale.
La beatitudine è una caratteristica inalienabile dell’anima. Con lo studio della Bhagavat-gita e degli Yoga Sutra di Patanjali è possibile accedere alla conoscenza della nostra profonda identità, andare oltre il pensiero automatico per accedere a quel piano dove mente e cuore sono uniti assieme. Seguendo la via dello Yoga, siamo condotti alla nostra realizzazione: la ricongiunzione dell’anima con Dio. Nella Bhagavad-gita è la via dell’Amore, la Bhakti, che favorisce la ricongiunzione tra l’essere individuale e l’Essere Supremo come l’amante e il suo innamorato. Un Amore caratterizzato dalla libertà interiore, patrimonio inalienabile di ogni essere e di cui nessun evento esterno ci potrà privare una volta realizzata.

from Marco Ferrini Official Blog http://ift.tt/1RqfLMD
via IFTTT

Oltre l’Egoismo c’è l’Amore

L’Amore si sperimenta man mano che si eclissa l’egoismo –

Dove si trova l’Amore? Dove lo posso vedere, sentire, sperimentare, realizzare?

L’Amore si sperimenta man mano che si eclissa l’egoismo.

Marco Ferrini - Serenità interiore

Non siamo soli, viviamo in un mondo di relazioni che divengono parte integrante della nostra esistenza, in un meraviglioso disegno che potremmo definire “Io e gli altri nel gioco della vita”.

Non sempre però ne siamo coscienti quando agiamo. Alcune volte riconosciamo la partecipazioni degli altri, altre volte questa interazione, la loro presenza e il loro contributo ci risultano quasi invisibili.

Il tipo psicologico egocentrato agisce senza curarsi degli altri, senza ponderare le possibili ripercussioni su coloro che sono parte integrante del contesto in cui opera, ignorando il benessere altrui a vantaggio esclusivo del proprio. La persona egoista agisce ad un livello ancora più gretto dell’egocentrico, cercando di ottenere ciò che brama a qualsiasi prezzo.

Questi comportamenti egoistici, che si radicano e si aggravano nel tempo per la forza della coazione a ripetere, sono pericolosi non solo per gli altri, ma ancor più per il soggetto stesso che li mette in atto, scavando voragini nella propria personalità, che rischia così di essere risucchiata nell’abisso della totale perdita di senso.

Purtroppo lo specchio non è in grado di riflettere il nostro livello di coscienza, dunque non vediamo se l’abito che essa indossa è di color nero, rosso o bianco, in altri termini se è sotto l’influenza dell’energia di tamas (non consapevolezza, stolidità, apatia, letargia), di rajas (agitazione, ansietà, desideri intensi, iperattività, eccitazione) o di sattva, che favorisce il conseguimento di un equilibrio interiore, sviluppando armonia, spirito di condivisione, bontà e rendendo la coscienza illuminata e illuminante, priva di egoismo, dunque ben predisposta ad entrare in relazione d’Amore con gli altri. Nel linguaggio alchemico, per molti versi simile a quello tradizionale dello Yoga, questi differenti stadi nel processo di sviluppo della coscienza venivano definiti negredine, rubedine e albedine.

La coscienza di ogni individuo è una cassa di risonanza unica e diversa per carattere, esperienze e sensibilità, e ad ognuno l’universo risponde con rigorosa legge di reciprocità. Ma oltre ad avere una determinata personalità storica, con tratti più o meno marcati di egoismo ed egocentrismo, siamo anche esseri spirituali che, se risvegliati e divenuti consapevoli della nostra eternità ed originaria natura d’Amore, siamo capaci di correggerci e di intraprendere il processo evolutivo in questa stessa esistenza incarnata.

Se a qualcuno non piace il proprio carattere, non è obbligato a viverlo passivamente o con rassegnazione, perché lo si può modificare! Ciò è possibile attraverso lo sviluppo della consapevolezza e un forte atto di volontà. La soluzione é sempre in noi.

In noi la chiave per liberarci dall’egoismo, in noi la chiave per riscoprire l’Amore.

Se adottiamo una disciplina spirituale, dunque un metodo, un’epistemologia convalidati dalla Tradizione, con efficacia comprovata e sperimentata nei millenni, sviluppiamo progressivamente quella capacità critica costruttiva e quel senso di discernimento che ci permettono di essere autenticamente propositivi e infine risolutivi.

La cartina di tornasole sarà come sempre il nostro livello di coerenza, perché si comprende a che livello di coscienza siamo situati da come ci comportiamo, da come viviamo in rapporto all’ambiente che ci circonda e a tutte le creature che fanno parte di quel che abbiamo definito “meraviglioso gioco della vita”.

Immaginate per un momento il grottesco di chi parla come un dotto ma agisce come uno stolto, o di chi cerca l’Amore ma si comporta come un egoista…

Ognuno comunque, in virtù della propria intrinseca ed originaria natura spirituale e a prescindere dal livello di coscienza che attualmente vive, può imparare a migliorarsi e a correggersi, andando oltre egoismo ed egocentrismo, se ricerca insegnamenti autenticamente spirituali e l’esempio di una guida esperta che sappia orientare, offrendo visione e strumenti per riscoprire la nostra natura d’Amore e la sublime felicità che ne deriva.

Marco Ferrini

from Marco Ferrini Official Blog http://ift.tt/1VZ1S7p
via IFTTT

Tragedie del passato e del presente: le stesse cause.

Tragedie del passato e del presente: le stesse cause. Marco FerriniOggi è uno dei giorni della memoria, in cui si commemora la shoha, la tragedia di una minoranza etnica che fu una delle principali vittime di quel terrificante esperimento sociale.

Sono passati quasi settant’anni dalla fine di quella orrenda guerra che fra morti, orfani, vedove, mutilati e rovine ha funestato milioni di famiglie all’Est come all’Ovest.

Oggi altre guerre funestano altre popolazioni le quali, per non perire passive sotto i bombardamenti o per mano di regimi dittatoriali, non hanno scampo se non fuggendo lontano dai teatri di guerra, cercando rifugio nella vicina e civile Europa.

Oggi come settant’anni fa, a lucrare sui lutti della povera gente, sono ancora gruppi industriali, politici e finanziari ai quali le guerre servono per espandere il loro potere e, per necessità, quello dei loro funzionari nei teatri di guerra. Per cui, concentrare la nostra attenzione sugli esecutori materiali di questa categoria di crimini non facciamo altro che il gioco dei veri responsabili degli stessi perché dipendiamo dai loro raffinati sistemi di disinformazione.

Concludo citando un discorso tenuto da un amministratore delegato di una grande industria americana in Germania durante gli ultimi anni di guerra, dove produceva mezzi bellici in quantità industriale per l’avanzata nazista in Europa. Più o meno, quel galantuomo disse: “Io non sono qua per occuparmi delle politiche degli Stati, bensì per assicurare i guadagni dei nostri azionisti.” Naturalmente l’oratore venne insignito dal regime per cui lavorava con un’alta onorificenza.

Conclusione, per tornare alla tragedia della povera gente che oggi scappa per disperazione, al costo della propria vita, piuttosto che rifarcela con loro perché non ci chiediamo chi compra il petrolio dal sedicente stato islamico? Chi lo arma? Chi fa le transazioni finanziarie? Chi guadagna sul caos generato da questa immane violenza?

Per quanto possibile, cerchiamo di prendere le distanze dalla violenza, anche da quella verbale, e fare della nostra vita testimonianza di compassione e carità e solidarietà verso chi soffre, pregando e comportandoci correttamente, coscienti di Dio e delle conseguenze che implica stare ipocritamente dalla parte del problema piuttosto che dalla parte della soluzione.

Con fede in Dio e nella gente di buona volontà, auspico una fede che pensa, che agisce e che ama.

Vostro affezionato,
Marco Ferrini

from Marco Ferrini Official Blog http://ift.tt/1SjvpZH
via IFTTT

Auguri per un meraviglioso 2016!

Marco Ferrini - Serenità interiore

 

Care amiche, cari amici, buondì! Prego il Signore che siate in buona salute e spiritualmente ispirati.

Grazie per la vostra vicinanza e amicizia!

Auguro a voi e a tutte le persone a voi care un meraviglioso 2016 di gioiosa fiducia, pace e Amore!

“Sorgendo e tramontando il sole accorcia la durata dell’esistenza di tutti gli esseri, tranne quella di colui che impiega il suo tempo a parlare del Signore, che è la fonte di ogni buona fortuna”. [Shrimad Bhagavatam II.3.17]

Vostro,

Marco Ferrini

from Marco Ferrini Official Blog http://ift.tt/1kxnIl7
via IFTTT

AFFINITA’ KARMICHE E RELAZIONI FAMILIARI

Il Campo Psichico Karmico Familiare Collettivo –

Marco Ferrini - Serenità interioreIn questo articolo vedremo in che modo le affinità karmiche risultano essere alla base delle relazioni familiari. Le affinità karmiche producono anche altri tipi di rapporti (amicali,  affettivi, professionali, ecc.), ma in questo contesto il nostro interesse principale è focalizzato sulle relazioni familiari. Il principio che andremo ad esporre ha comunque valenza universale e sta alla base di tutte le nostre relazioni con qualsiasi persona ed anche con gli animali, poiché anche alla base dei rapporti con esseri di altre specie ci sono sempre i legami karmici.

La tesi che voglio esporre, sulla base delle conoscenze antropologiche, umanistiche, filosofiche, psicologiche e scientifiche della tradizione indovedica, è la seguente: i membri familiari sono tutti in rete in quello che ho definito “campo psichico karmico familiare collettivo” (denominato CPKFC).

Per membri familiari intendo i membri della famiglia di origine, della famiglia attuale, e per estensione i parenti più stretti fino a quelli più lontani. Questa rete familiare si sviluppa da una comune tipologia di samskara o registrazioni psichiche inconsce, nella fattispecie i samskara degli antenati fino a quelli dei propri genitori.

 

La tesi che voglio esporre, sulla base delle conoscenze antropologiche, umanistiche, filosofiche, psicologiche  e scientifiche della tradizione indovedica, è la seguente: i membri familiari sono tutti in rete in quello che ho definito “campo psichico karmico familiare collettivo” (denominato CPKFC).

Per membri familiari intendo i membri della famiglia di origine, della famiglia attuale, e per estensione i parenti più stretti fino a quelli più lontani. Questa rete familiare di affinità karmiche si sviluppa da una comune tipologia di samskara o registrazioni psichiche inconsce, nella fattispecie i samskara degli antenati fino a quelli dei propri genitori.

Tale rete karmica si espande sulla spinta della forte interazione emotiva ed affettiva che si sviluppa tra i membri della famiglia. Per estensione chiunque venga in contatto per ereditarietà, parentela, solidarietà o frequentazione con uno qualsiasi di questi membri familiari, entra nella stessa rete e la estende, poiché comincia ad interagire con i samskara attivati da quegli individui e da quel gruppo nel suo complesso. L’effetto è l’irretimento.

In tal modo, attraverso l’interazione dei samskara, i quali tendono ad aggregarsi a contenuti inconsci emotivi e psichici analoghi della stessa categoria, si estende sempre più un determinato tessuto di affinità karmiche, come quando un diapason vibrando ne mette in risonanza altri. Una persona con una devianza, ad esempio,  risveglia samskara dello stesso tipo in coloro con cui entra in contatto, se in questi ultimi questi samskara risultavano essere deboli, inibiti o sopiti.

Sempre sulla base di tali interazioni e affinità karmiche, nell’atto della procreazione i genitori tendono ad attrarre esseri che hanno samskara affini ai propri. Entrando in una determinata matrice o yoni e poi in un determinato nucleo familiare, l’essere che è stato richiamato da samskara affini ai propri viene ulteriormente influenzato dai samskara dei genitori e dell’ambiente in cui essi vivono, cosicché  si crea una sempre più forte interazione affettiva ed emotiva che stringe ulteriormente i legami tra i membri della famiglia.  Il legame potente che si sviluppa tra genitori e figli si spiega dunque con il fatto che essi hanno e sviluppano sempre più samskara in comune; per questa ragione i figli sono inconsciamente portati a vedere nei genitori parti di se stessi, o comunque persone a loro molto simili e vicine, anche quando il comportamento dei genitori è riprovevole e riconosciuto come tale dalle componenti  più razionali della psiche.

La forza del destino e del sangue celebrata nella letteratura di tutti i popoli, che noi definiamo essere una forza karmica coatta dettata dai samskara, appare quasi insuperabile e risulta essere all’origine di disturbi relazionali quali quelli caratterizzati dall’inconscio legame tra la vittima e il carnefice, come ad esempio nel caso della sindrome di  Stoccolma in cui le vittime di un grave e prolungato abuso – in maniera apparentemente paradossale – nutrono verso il proprio aguzzino sentimenti affettivi che possono oscillare dalla solidarietà fino all’innamoramento.  Simili esempi eclatanti si trovano nella storia della letteratura occidentale ed orientale di tutti i tempi, basti pensare a Dostoevskij e alla sua celebre opera “I Fratelli Karamàzov” o all’epica mahabharatiana  in cui Dhrtarastra, pur riconoscendo l’egoismo, la natura perfida, violenta, malvagia e invidiosa del figlio, lo asseconda nel suo delirio di potere che porta alla rovina milioni di persone oltre a loro stessi.

Poiché nel nucleo familiare la madre e il padre trasmettono con il proprio comportamento e con l’ambiente che essi creano determinati samskara ai propri figli, con i quali già condividono consistenti affinità karmiche, si sviluppa tra di essi un attaccamento inconscio quasi viscerale, che soprattutto si costituisce durante l’infanzia del bambino quando la facoltà del discernimento e la capacità di autonomia affettiva non sono ancora  sufficientemente sviluppate.

Si possono individuare samskara di due principali categorie: quelli personali e quelli collettivi. I samskara personali sono registrati nella memoria della corteccia cerebrale, dunque una memoria limitata e a breve termine, e ben più  consistentemente nell’inconscio personale che, a livello ancora più profondo, comunica con l’inconscio collettivo dell’estesa rete dei samskara parentali e quest’ultimo, ad un livello ancora più profondo, con l’inconscio collettivo universale.

Dunque se uno riuscisse a percepirsi e a sondarsi in profondità, individuando i propri samskara personali e collettivi, scoprirebbe di trovarsi in rete con chiunque: con Napoleone, Gengis Khan, Nerone, Platone, Pitagora, Lao Tze e tutti gli esseri che sono esistiti e di cui permangono le tracce psichiche inconsce registrate e depositate nello spazio-tempo.

Ogni essere, infatti, lascia una scia di samskara non solo nel tempo ma anche nello spazio; basti considerare ad esempio che anche quando ci sembra di essere fermi, in realtà ci muoviamo ad una velocità di circa 3 km al secondo, per citare solo il movimento che facciamo nella nostra orbita attorno al sole (rotazione); oltre a questa vi sono poi quella di rivoluzione attorno all’asse terrestre e di traslazione con tutto il nostro sistema solare,  allontanandoci dal punto comune a tutte le stelle. Gli stessi atomi, aggregandosi in forme diverse, costituiscono i corpi di tutti gli esseri, ed ognuno dei jiva o esseri presenti in questi corpi opera sulla base di registrazioni psichiche accumulate nel corso di svariati migliaia di anni.  Dunque sia nel tempo che nello spazio, sia nel micro che nel macro, siamo tutti indissolubilmente collegati dai samskara che abbiamo attivato. Realizzare i nostri collegamenti sottili a livello universale richiede una capacità di visione e di consapevolezza molto sviluppate, mentre è piuttosto facile intuire quanto siamo fortemente connessi e interdipendenti a livello affettivo e familiare, quasi come se fossimo legati da invisibili catene, per i più indissolubili.

Il contesto familiare, infatti, è caratterizzato dall’interazione di samskara molto simili, recenti e di forte intensità, prodotti in un delimitato spazio e tempo, mentre altre categorie di samskara sono diffuse nei millenni e in miliardi di chilometri.

Prendendo in considerazione l’inconscio personale e familiare e i forti legami che esso attiva, possiamo notare come i soggetti che hanno interagito in tale contesto continuino a rimanere irretiti a prescindere dalla distanza e dal tempo che li separa. A questo proposito è utile citare il teorema del fisico irlandese John Bell, secondo il quale due particelle correlate, anche se vengono separate, continuano ad evocare l’una nell’altra gli stessi fenomeni per il principio dell’interazione non localizzata: quel che succede all’una accade invariabilmente anche all’altra attraverso una comunicazione istantanea e non mediata, per leggi completamente indipendenti dal tempo e dallo spazio e tuttora non compiutamente decifrabili per le conoscenze della fisica moderna.

La psiche, con i suoi engrammi samskarici, costituisce l’energia sottile che dà forma ad ogni espressione della materia con la sua specifica forma empirica. Poiché il tempo e lo spazio hanno influenza solo su ciò che ha massa,  le tracce psichiche inconsce dei samskara permangono e determinano interazioni e connessioni karmiche oltre i limiti di spazio e tempo.

Questi insegnamenti aiutano a percepire se stessi come parti di un tutto, e a comprendere le profonde e sottili corrispondenze che legano gli appartenenti ad uno stesso gruppo familiare, affettivo e sociale.   Ci permettono inoltre di scoprire nuove possibilità e potenzialità della persona.

In effetti, ogni individuo non è soltanto il prodotto dell’anello che lo unisce alla lunga catena dei suoi  progenitori, ma è anche colui che detiene la potenzialità, attraverso un intervento creativo nel flusso energetico della rete samskarica e di affinità karmiche, di modificare la propria posizione e attitudine mentale e la natura del proprio collegamento all’intero campo energetico familiare e relazionale, dunque di risvegliarsi e illuminarsi.

I rapporti familiari e affettivi celano la grande opportunità, per l’essere umano, di sviluppare quella scintilla di eternità che si manifesta attraverso le sue  azioni, i suoi pensieri e le sue risposte agli eventi.

Marco Ferrini

from Marco Ferrini Official Blog http://ift.tt/1Sc1Ycj
via IFTTT