Quando la Felicità diventa tangibile?

Su cosa vuoi fondare la tua vita? –

Marco Ferrini - Serenità interioreMolte persone sono alla ricerca di beni concreti in quanto tangibili, ma vi son pure altri beni, cosiddetti astratti – ma che in realtà son ancor più concreti di quelli sensibili – su cui fondare la propria vita, come la compassione, la libertà, la felicità e l’Amore.

Gli empiristi dicono: voglio misurare e toccare la felicità, voglio vedere le cose! E questo non è un male in sé. Lo diventa quando operiamo una frammentazione nella nostra personalità, trascurando, talvolta fino alla negazione, la nostra matrice spirituale. Ma per quanto la felicità non sia tangibile secondo il criterio positivista, in assenza di essa si cade nel malessere e nella buia depressione.

Così, in assenza di sentimenti di compassione, carità, devozione a Dio e amicizia verso tutte le Sue creature e solidarietà con il creato non si fa l’esperienza dell’Amore, e la vita ci viene a noia perché non ne siamo spiritualmente consapevoli.

Perché spesso compiamo errori e soffriamo?

La causa è che non stiamo sufficientemente coltivando autentici valori spirituali. Pian piano dimentichi di quei valori reali con cui e per cui vivere, tentiamo di compensare attaccandoci a progetti e beni terreni, illusori in quanto effimeri cosicché, creandoci pseudo identità, viviamo in una sorta di alienazione perenne.

In tale stato di alienazione, dimentichi della nostra matrice spirituale e della nostra destinazione ultima non si riesce a dare senso compiuto alla vita, né tantomeno a sperimentare la felicità.

Gioie e sofferenze, salute e malattie, così come nascite e morti, si susseguono come manifestazioniimpermanenti della vita. Così l’essere spirituale incarnato, nonostante aspiri alla eternità, alla sapienza e alla felicità irrefrenabilmente, fa in questo mondo cospicua esperienza di frustrazione, impotenza e paura per incapacità di accedere a quello stato di beatitudine che costituzionalmente da sempre gli appartiene e che va cercando nei posti sbagliati, scontrandosi così con ciò che gli è opposto.

Meglio dunque non sognare di diventar felici con le sole cose di questo mondo, perché in tutte le tradizioni, seppur con parole differenti, è stato detto: non di solo pane vive l’uomo.

Se impariamo a distinguere la realtà da ciò che è effimero, se sappiamo cosa desiderare e come utilizzare la vita, nella consapevolezza della nostra essenza spirituale originaria, nonostante i nostri contingenti limiti psicofisici, possiamo essere felici anche qui e ora. Per grazia divina, vivendo nella prospettiva dell’immortalità e dell’Amore per Dio ed ogni creatura, possiamo vincere solitudine e sofferenza e sperimentare pienezza e soddisfazione spirituale dovunque e sempre.

Marco Ferrini

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