Nutrirsi in maniera sana e non violenta

Marco Ferrini - Serenità interioreLa nutrizione è intimamente connessa al benessere della persona e non si può parlare di buona salute se la nutrizione non è adeguata. Tanto più correttamente la persona si nutrirà, tanto più a lungo e meglio potrà vivere, beneficiando non solo di un benessere sul piano fisico-biologico, ma anche su quello psicologico,emozionale, intellettivo e spirituale.

Poiché l’alimentazione agisce su tutti i piani antropologici, non sarà mai abbastanza l’importanza che le prestiamo. Pensate a quanto possa essere carico di energie paralizzanti un cibo prodotto esercitando violenza: tutta la sofferenza subita e quelle emozioni di paura, sgomento, terrore, provate dall’animale dalla dura prigionia dell’allevamento fino al momento terrificante della macellazione, permangono impresse in quel corpo e vengono poi assimilate, anche se inconsapevolmente, da chi sceglie quel cibo come nutrimento.

Per questo ed altri motivi, la sapienza dello Yoga e dell’Ayurveda, la scienza della vita o scienza della salute tradizionale indovedica, affermano che l’alimentazione di tipo vegetariano è più capace di favorire l’equilibrio psico-fisico, la longevità, conservare la giovinezza e il vigore, nonché  l’armonia corpo-psiche-spirito.

Secondo la Bhagavad-Gita, la più grande opera della filosofia perenne dello Yoga, ci sono tre principali categorie di cibi, in base alla loro struttura energetica e al tipo di produzione più o meno violenta dalla quale derivano: i cibi in «virtù», che conferiscono salute, longevità e serenità; i cibi in «passione», dai sapori intensi, pungenti, energizzanti, euforizzanti ma causa di malattie e sofferenze; infine i cibi «spazzatura», che appesantiscono e intossicano, predisponendo alla sonnolenza, alla tristezza, alla perdita di consapevolezza di sé e al vivere alienato.

A prescindere poi dalle luminose prospettive che ci offre la sapienza dello Yoga, anche a livello ambientale ed economico, sono state ormai scientificamente appurate molte ragioni per orientarsi verso una dieta non violenta, vegetariana. Gli allevamenti intensivi di animali sono una delle cause primarie del dilagare della fame nel mondo (per produrre un chilo di carne, sufficiente per sfamare 5-6 persone, si consumano 30mila litri di acqua e 16 chili di cereali che ne sfamerebbero 40-50); essi sono inoltre all’origine della deforestazione, dell’inquinamento e del riscaldamento globale, con emissioni di gas serra maggiori rispetto al settore dei trasporti e producendo ben il 64% dell’ammoniaca totale, che concorre all’acidificazione degli ecosistemi e alle piogge acide.

Cambiare le cose è alla portata di tutti. Come?

Con le nostre scelte quotidiane! Ricordiamo che il potere generato dalle nostre scelte collettive è immenso: capace di ri-orientare le scelte aziendali anche delle multinazionali. Gli esempi di chi nella storia, nelle varie epoche e civiltà, ha scelto di adottare una dieta vegetariana, sono anche oggi numerosi. La lista dei vegetariani celebri parte dall’antichità per arrivare ai nostri giorni e comprende, in ordine sparso, Aristotele, Pitagora, Cicerone, Diogene, Platone, Plinio, Socrate, Seneca, Sofocle, Epicuro, San Francesco, Leonardo da Vinci, Albert Einstein, Edison, Franklin, Freud, Gandhi, Ippocrate, Mazzini, Nietsche, Pascal, Wagner, Newton….

Questo tema auspico ci interessi e ci appassioni, onde vivere con gioia piuttosto che esser concausa di catastrofi ambientali, fame, malattie e diffuso malessere.

Marco Ferrini

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