Antilopi trucidate per uno scialle

 

 

Pochissimi sanno cos’è lo shatoosh (o shahtoosh) e chi ne ha sentito parlare pensa a una particolare tecnica di cotonatura dei capelli.
Chi si occupa invece di tessuti orientali sa cos’è lo «scialle insanguinato». In alcune remote zone asiatiche vive l’Antilope Tibetana, il Chiru, che, nonostante i tentativi di protezione delle autorità cinesi, è nel libro rosso delle specie maggiormente a rischio d’estinzione. Il Chiru vive ad altitudini di 5000 metri in Cina e il suo mantello di pelo superfine (soprattutto nel sottogola) lo protegge dalle severe temperature che raggiungono i – 40 gradi. L’evoluzione biologica, che gli ha donato questa difesa dalle intemperie, lo sta condannando all’estinzione ancora una volta per colpa dell’uomo e della sua vanità. L’antilope infatti subisce da decenni una caccia spietata a causa di questa lana finissima, chiamata shatoosh, con la quale gli artigiani di alcuni villaggi di Kashmir e Jammu producono scialli per donne e uomini che costano fino a 15.000 euro, a seconda della lunghezza. Per confezionare uno scialle da donna lungo un metro per due, occorrono tre antilopi, mentre uno scialle da uomo ne richiede cinque. Questi capi sono noti ai trafficanti perch´ il tessuto è in grado di passare letteralmente dentro una fede nuziale, questo a dimostrazione della sua straordinaria finezza. Ogni filo ha un diametro equivalente a un quinto dello spessore di un capello umano. Far passare alla dogana una valigia contenente un capo simile è un gioco da ragazzi.

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